venerdì 2 dicembre 2016

TERREMOTO: RICOSTRUZIONE PIU' FACILE SE LA COMUNICAZIONE E' 'RESPONSABILE'



Alcuni take di ADNKronos tratti dall'intervista a Biagio Oppi

(AdnKronos) - ''Nel caso del sisma in Emilia - spiega Oppi
all'AdnKronos - abbiamo notato che la comunicazione ha coinvolto più
soggetti, tra cui anche aziende e associazioni che hanno contribuito a
creare un 'racconto' più partecipato della ricostruzione. Nel
terremoto e nel post-terremoto all'Aquila invece, la politica ha
occupato il palcoscenico, egemonizzando la comunicazione e producendo
anche una frattura tra chi governava da un lato, e la comunità
aquilana dall'altro, rimasta del tutto esclusa dal processo di
ricostruzione, tanto che i cittadini alla fine sono stati spostati
anche fisicamente''.

      La lezione che si trae da queste due esperienze, è che quando la
comunicazione riesce a coinvolgere e tenere insieme tutti gli 'attori'
di un territorio, allora diventa anche più semplice ricostruire,
''perché si può contare su una maggiore capacità di resistenza da
parte dei cittadini'' afferma l'autore.


      (AdnKronos) - La prevenzione comunque, rimane un punto fondamentale.
Ma anche il dramma di un disastro naturale può diventare
un'opportunità per ricostruire introducendo maggiore sicurezza ed
efficienza.

      ''Dopo il terremoto dell'Emilia - spiega ancora Oppi - Pubblica
amministrazione, aziende e associazioni hanno fatto questo, inserendo
macchinari, strumenti e meccanismi più efficienti e innovativi. Tutto
questo va accompagnato alla prevenzione: da un lato assicurando i beni
e dell'altro migliorando edifici e infrastrutture. Sono interventi che
costano, certo, ma meno rispetto a quanto si è costretti a spendere
nelle fasi dell'emergenza a seguito di un terremoto'', conclude
l'autore del saggio, il cui ricavato verrà devoluto alla promozione di
ricerche e tesi di laurea su comunicazione e disastri naturali.

mercoledì 23 novembre 2016

Terremoto in Giappone

Japan's lesson from earthquakes: Spend before the earth shakes dal Vancouver Sun fa riflettere. Come fa riflettere l'impatto che questo terremoto 7.4 ha avuto... praticamente nullo rispetto alla magnitudo. Come fa riflettere l'impatto dello tsunami di 1 metro e mezzo che lo ha seguito... 
E? anche interessante dal punto di vista strettamente mediatico e comunicativo, notare il basso livello di attenzione dei media, ovviamente dovuto al basso numero di vittime (pochi feriti a quanto pare).
Dopo il terrificante terremoto di Kobe del 1995, il Giappone che già aveva investito parecchio in antisismico, ha incrementato gli investimenti ed ha avuto ragione, dice l'articolo del Vancouver Sun. 
Gli stessi danni terribili di Fukushima nel 2011 sono in effetti stati causati dallo tsunami che seguì alla centrale nucleare Tepco.
Gli esiti di questo terremoto in Giappone, dovrebbero servirci per riprendere il discorso e per ribadire ancora una volta quanto sia prezioso investire prima che il disastro naturale avvenga... in edilizia antisismica, in misure di prevenzione, in educazione all'emergenza.
E il fatto che non lo si sia fatto ancora, non significa che sia troppo tardi. Anzi.
Si faccia questo benedetto piano Casa Italia o qualdirsivoglia. A questo davvero #bastaunsì.

PS:A proposito di terremoto di Kobe, ho letto di recente Tutti i figli di Dio danzano (in inglese after the quake) di Murakami Haruki con sei racconti in cui la terribile tragedia del 1995 rimane sullo sfondo.

martedì 15 novembre 2016

Faccio cose, vedo gente. 2 dicembre, Treviso: presentazione del libro

La rassegna “Faccio cose, vedo gente”, organizzata da Ferpi Triveneto, fa tappa a Treviso, venerdì 2 dicembre, con il workshop “La comunicazione di crisi nei disastri naturali: un aiuto per le imprese e le organizzazioni del territorio”: alle ore 18 nella sede della Camera di Commercio di Treviso, Piazza Borsa 3/b.
I disastri naturali, come i terremoti che stanno affliggendo l’Italia in questi mesi, sono anche eventi mediatici e, come tali, possono amplificare le ricadute negative sulla vita delle imprese che operano nei territori colpiti. Allo stesso modo, però, un attento governo della comunicazione nelle situazioni di crisi acuta può rappresentare un elemento di sostegno per la continuità operativa e la tutela degli spazi di mercato delle imprese coinvolte. 
Se ne parlerà con Biagio Oppi e Stefano Martello, co-autori e curatori del libro “Disastri naturali: una comunicazione responsabile? Modelli, casi reali e opportunità nella comunicazione di crisi”, insieme a Giovanni Landolfi, socio Ferpi ed esperto di comunicazione di crisi, e con Emanuela Ramon e Roberto Beltrame della Protezione Civile. Moderatore Michela de Faveri del nostro Consiglio Direttivo.

giovedì 10 novembre 2016

Ferrara per le zone terremotate

Un'iniziativa di Palazzo dei Diamanti a favore delle popolazioni colpite dal sisma

Ferrara conosce bene, e da vicino, cosa significhi un sisma come quello che ha sconvolto il cuore dell’Italia. La città estense lo ha vissuto sulla propria pelle nel 2012 e ancora oggi ne mostra le ferite, solo parzialmente sanate.
Ferrara Arte non vuole sottrarsi alla gara di solidarietà innescatasi in queste settimane e intende promuovere una iniziativa importante a sostegno delle popolazioni terremotate del centro Italia, con una formula che rispetti il proprio mandato: diffondere la cultura.

Fino all’11 dicembre, al bookshop di Palazzo dei Diamanti e online sul sito palazzodiamanti.it saranno a disposizione, al prezzo davvero speciale di 5 euro, i cataloghi di alcune delle mostre ospitate da questa sede negli ultimi anni. Il ricavato raccolto con questa iniziativa sarà integralmente devoluto alla Protezione Civile per poter essere utilizzato nelle forme e nei luoghi che essa stabilirà.
Si tratta di volumi di grande interesse scientifico, cura editoriale e qualità grafica: Chardin. Il pittore del silenzio, Sorolla. Giardini di luce, Lo sguardo di Michelangelo. Antonioni e le arti, Matisse. La figura e La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudí. Oltre ai cataloghi, sono in vendita a 2 euro due libri per bambini realizzati in occasione delle esposizioni dedicate a Chardin e Michelangelo Antonioni.

“Vogliamo – afferma Maria Luisa Pacelli, direttrice di Palazzo dei Diamanti – sostenere la Protezione Civile, innanzitutto. Ma ci preme anche far circuitare, magari tra persone che non potrebbero permettersene l’acquisto a prezzo pieno, i cataloghi di mostre di grande qualità da noi prodotte e organizzate. Poiché pensiamo che questa proposta possa interessare anche molti appassionati che sono già venuti ad ammirare l’attuale esposizione o che, risiedendo lontano, non hanno l’opportunità di goderne, abbiamo deciso di estendere la possibilità di acquisto al nostro sito. Anche in questo caso, il ricavato andrà interamente a favore della Protezione Civile”.

Il bookshop di Palazzo dei Diamanti è a ingresso libero e rispetta gli stessi orari di apertura della mostra Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi: tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00.

Info:
0532 244949
www.palazzodiamanti.it

venerdì 4 novembre 2016

Greenaccord: a poche ore dall'apertura della COP22 di Marrakech, l'associazione Greenaccord Onlus organizza il XIII Forum internazionale dell'Informazione per la Salvaguardia della Natura. Una finestra aperta sul mondo




La situazione che si è venuta a creare a Rieti a causa della scossa di terremoto ha convinto le Autorità cittadine a chiedere alla Città di Frosinone di adottare il Forum internazionale. Pertanto il Forum si terrà regolarmente ma tutto sarà spostato nella Città di Frosinone dove non vi sono problemi legati al terremoto. Il programma rimane invariato.

A  un anno  dalla  storica  Conferenza  COP21  di  Parigi  e  a  poche  ore  dall’apertura  della  COP22  di Marrakech,    l’associazione    Greenaccord    Onlus    organizza il    XIII    Forum  Internazionale dell’Informazione  per  la  Salvaguardia  della  Natura.  
L’appuntamento è dal 3 al 6 novembre presso l’Auditorium della Fondazione Varrone di Rieti, in un territorio, dunque, che ha acquisito forte connotazione simbolica per i recenti tragici terremoti che purtroppo stanno mettendo a dura prova le comunità del centro Italia ancora in queste ore. E proprio al terremoto e alla ricostruzione sono dedicati alcuni momenti del forum, con la partecipazione del Commissario Straordinario Vasco Errani e i Sindaci delle città colpite.
Ma il Forum rappresenta anche una finestra aperta sul mondo: tra gli ospiti  d’onore  ci sono, infatti, diversi esponenti  della  società  civile mondiale  che  lottano,  per  difendere  i  propri  territori,  contro  i  cambiamenti  climatici  e  il surriscaldamento  globale.  Al Forum saranno presenti, tra gli altri, Robert Costanza, professore di Economia ecologica all’Australian National University; Riccardo Valentini, presidente del Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti climatici; Michael Renner, analista del Worldwatch Institute; Joan Martinez Alier, docente dell’università Autonoma di Barcellona.
A moderare la sessione mattutina del 3 novembre Biagio Oppi, delegato Ferpi Emilia – Romagna e autore fra gli altri del libro “Disastri naturali: una comunicazione responsabile? Modelli, casi reali e opportunità nella comunicazione di crisi”, edito da Bononia University Press. Nella sessione interverranno: René Castro Salazar (vicedirettore Dipartimento Forestale di FAO ed ex ministro del Costa Rica), Robert Costanza (professore di Public Policy all'Australia National University ed economista-ecologista) e il prof Riccardo Valentini (Presidente dell'UN Global Terrestrial Observation System).

Un appuntamento da non perdere, in particolare per chi si occupa di comunicazione ambientale e resilienza dei territori.

domenica 30 ottobre 2016

#Terremoto... Sempre più social, sempre più parte di noi

La scossa di Norcia ci colpisce ancora una volta nell'intimo... e stamattina dalle 7.40 i primi minuti su Twitter sono stati tremendi, tra una sparata (7.1) e mille appelli di aiuto. Diventa necessario riflettere ulteriormente sul ruolo che i social media assumono nei disastri e soprattutto nei primi minuti di questi disastri.

E' sempre più evidente come i social media di elezione in caso di disastri naturali siano divenuti Twitter, in primo luogo, e Facebook, in seconda battuta.
Meno evidente, probabilmente ancora da studiare a fondo, ma altrettanto interessante è il rilievo che i terremoti e i disastri assumono nelle nostre vite grazie ai social.
Se oggi la nostra vita, le nostre biografie e le nostre esperienze sono contaminate per gran parte dei loro contenuti - quindi nella stessa narrazione esterna ed interna delle nostre vite - dai social media, non appare strano che i disastri naturali diventino essi stessi parte di una narrazione collettiva e individuale diffusa dai/sui social media.
Mi spiego meglio.
L'evento calamitoso e il disastro naturale sono per natura eventi mediatici. Anzi ancor meglio. Sono storie affascinanti, terribili e avvincenti. I giornalisti e i media di ogni tipo (stampa, radio, tv,  web) si sono sempre buttati a pesce sui disastri e sulle calamità, perché queste hanno tutti gli ingredienti per interessare il pubblico: immagini, tragedie individuali e collettive, morti/vittime, antagonisti (cultura vs natura / polemiche politiche, ecc)
Oggi la possibilità di vivere in diretta un evento calamitoso tramite i social media, lo rende un'irresistibile flusso di narrazione collettiva, che segna molto più di quanto faceva in precedenza l'intera popolazione.
Oggi tutti noi viviamo un terremoto a distanza come qualcosa che è tra noi, quando fino a pochi anni fa, lo vivevamo come un evento limitato a un territorio.
La scossa che faceva tremare la libreria a casa mia, mentre a centinaia di km si consumava una tragedia immane, un tempo era derubricata a qualcosa di lontano per me, anche se terribile e tremendo per chi ne veniva colpito. La stessa dimensione emotiva era molto rilevante, per quanto si potesse essere partecipi e coinvolti.
Oggi non è più così: il qui ed ora del social media, ci lancia in un continuum emotivo del discorso pubblico e della narrazione, che ci fa sentire tutti molto più partecipi e vicini a coloro che sono stati realmente colpiti.
I social media hanno cambiato la nostra percezione dei disastri naturali. Oggi siamo tutti un po' più terremotati. Non dobbiamo stupirci se tutti partecipani a questa narrazione collettiva. Perché tutti in fondo hanno legittimità a sentirsi parte della comunità colpita. Che non è solo una comunità territoriale, ma anche una comunità virtuale che vive e si alimenta sui social media. L'auspicio è che questa maggiore presenza del disastro nelle nostre vite non si trasformi in assuefazione e insensibilità; o ancora peggio virtualizzazione del reale rappresentato dalle calamità.
Per questo - anche da parte nostra, di comunicatori e relatori pubblici  - è necessario continuare a studiare il fenomeno sotto tutti i suoi aspetti.
Di nuovo la vicinanza di tutti noi che animiamo questo blog a chi è stato colpito e ai soccorritori presenti nelle aree terremotate.

venerdì 14 ottobre 2016

Nuovo piano di evacuazione per il Vesuvio

La prevenzione dei disastri naturali è fondamentale in un territorio fragile come quello del nostro paese che deve affrontare rischi sismici, indogeologici, vulcanici. Quindi va accolta molto positivamente la notizia che ha annunciato De Luca. D'altro canto come abbiamo sottolineato nel libro è fondamentale anche tutta l'attività di comunicazione collegata alla prevenzione e alla gestione della calamità.
Mi interesserebbe quindi conoscere anche l'eventuale piano di comunicazione di crisi collegato.

dall'Huffington Post del 12 Ottobre

Vincenzo De Luca annuncia il piano d'evacuazione per il rischio Vesuvio: "Pronti a spostare 700mila cittadini in 72 ore"

"In 72 ore, in caso di emergenza, evacueremo le 700 mila persone della zona rossa". E' l'annuncio del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca durante la conferenza stampa organizzata con il Capo della Protezione civile Nazionale Fabrizio Curcio, per illustrare il "Piano Evacuazione Vesuvio".
"Dalle cifre e dai numeri ci sembra di stare di fronte ad un problema di dimensioni gigantesche - ha detto De Luca - ma dobbiamo attrezzarci per essere all'avanguardia come regione e per questo cominceremo ad erogare finanziamenti dando priorità ai comuni della zona rossa. Naturalmente anche la Regione dovra' contribuire con le infrastrutture di mobilita' per supportare i piani di evacuazione o rischiamo un disastro di proporzioni bibliche. Nell'area Flegrea per esempio completeremo le bretelle di collegamento".
Per Il numero uno di Palazzo Santa Lucia: "E' inutile creare allarmismi. oggi non abbiamo problemi particolari ma dopo il dramma dell'ultimo sisma abbiamo l'obbligo di preparaci. Ad oggi - ha aggiunto - mancano i piani di evacuazione di 4/5 comuni ma consegneranno tutto entro due settimane. Abbiamo Comuni commissariati come quello di Pompei, in questo caso individueremo almeno un 'piano di raccolta dei cittadini'. Sara' nostra responsabilità".
Prima della conferenza con gli organi di stampa, De Luca ha incontrato i sindaci dell'area a rischio per coordinare i piani di Protezione civile di tutte le aree: "tutti i comuni presenteranno i progetti entro fine mese - ha chiarito il governatore - ma l'intero sistema funzionerà solo se ciascun soggetto farà la propria parte, a partire dai comuni che avranno la responsabilità di disporre piani informativi e di evacuazione assolutamente efficienti. Fondamentale sara' anche il Programma di informazione che sara' distribuito alle scuole e poi alle famiglie, perché tutti devono sapere con certezza dove andare in caso di necessita'".

giovedì 13 ottobre 2016

Emergenza, Resilienza, Partecipazione all'Assemblea ANCI di Bari

Secondo appuntamento di un paio di seminari all'Assemblea ANCI di Bari, è previsto per domani venerdì 14 ottobre alle ore 14.30.  
“Emergenza, Resilienza, Partecipazione” è il titolo del seminario che vedrà la partecipazione di: Letizia Di Tommaso, Relazioni Esterne Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta; Giulia Pigliucci, Ufficio Stampa FOCSIV – Volontari nel Mondo;  Massimo Alesii, Owner A.G.T. Communications; Toni Muzi Falconi, Senior Counsel Methodos.
Il panel discuterà tra i vari temi anche di come il recente terremoto nel Centro Italia abbia ribadito la centralità della comunicazione, della partecipazione e del coinvolgimento per sviluppare una cultura della resilienza che vada oltre la semplice gestione dell’emergenza.
I temi presentati nel luglio scorso al Festival della Partecipazione de l'Aquila verranno arricchiti dagli interventi di due esperte comunicatrici di questo settore come Letizia di Tommaso e Giulia Pigliucci.
Massimo Alesii si soffermerà sul lavoro svolto dal terremoto del 2009 fino ad oggi e culminato nel libro "Disastri Naturali: Una Comunicazione Responsabile?" mentre Toni Muzi Falconi si focalizzerà su un progetto per migliorare la resilienza dei territori.
Dopo il seminario di Bologna con quasi 100 giornalisti, l'incontro di Cento con istituzioni e comunità locale, il Festival della Partecipazione de L'Aquila e il Salone della CSR a Milano, una nuova tappadi sensibilizzazione sul ruolo che la comunicazione può avere nel costruire la resilienza del territorio.

martedì 4 ottobre 2016

Salone della CSR e dell'Innovazione Sociale. Video-introduzione al libro di Martello

Stefano Martello, co-autore e curatore del libro, video-introduce "Disastri Naturali: Una Comunicazione responsabile?" (Bononia University Press, 2016) in occasione del workshop al Salone della CSR e dell'Innovazione Sociale di Milano.

sabato 24 settembre 2016

Presentazione al Salone della CSR e dell'Innovazione Sociale

Il libro Disastri naturali: una comunicazione responsabile? Modelli, casi reali e opportunità nella comunicazione di crisi sarà al Salone della Csr e dell'Innovazione di Milano il 4 OTTOBRE all'interno del workshop
 17:00 - 18:00
L’attenzione di imprese, istituzioni, media e opinione pubblica nei confronti della sostenibilità ambientale non è sempre lineare e il nostro Paese soffre ancora di gravi carenze nel governare tanto la dimensione ambientale quanto quella comunicativa. Partendo da un recente libro dedicato al tema ("Disastri naturali: una comunicazione responsabile? Modelli, casi reali e opportunità nella comunicazione di crisi") l’incontro mette al centro il ruolo della comunicazione di crisi per affrontare le emergenze ambientali, facendo interloquire i comunicatori, i giornalisti e i rappresentanti di imprese e istituzioni. Un incontro utile per affrontare i cambiamenti organizzativi e relazionali che ogni situazione di crisi comporta. Una cassetta degli attrezzi per media, imprese e istituzioni.

domenica 18 settembre 2016

Riflessioni a un mese dal terremoto (da Ferpi.it)

In queste settimane post terremoto ho spesso pensato a cosa avremmo dovuto dire, scrivere e commentare; presto mi son detto – e soprattutto ci siamo detti con diversi colleghi – che a tempo debito avremmo potuto ragionare anche su questo disastro naturale per tentare di mettere in moto un meccanismo positivo come quello che Ferpi fu in grado di generare dopo L’Aquila e l’Emilia.
Il naturale pudore e l’immediata solidarietà di chi ha vissuto sulla propria pelle la tragedia di un terremoto o di un altro disastro naturale ci hanno trattenuti dall’intervenire.
Questo non ha significato che alcuni di noi non si siano adoperati, preoccupati e impegnati: raccolte fondi, racconto dell’impegno delle forze di protezione civile, inviti e appelli… tanti di noi hanno lavorato sodo. Chi per pura solidarietà, chi per lavoro perché gli capita di essere direttamente interessato, chi per interesse professionale. La comunità dei comunicatori ancora una volta si è mossa; questa è la dimostrazione che il collegamento tra comunicazione/relazioni pubblicazioni da un lato, disastri naturali dall’altro non è una forzatura. Il recente libro che abbiamo pubblicato, Disastri naturali: una comunicazione responsabile? Modelli, casi reali e opportunità nella comunicazione di crisi www.buponline.com edito da Bononia University Press, è stata la sintesi di una serie di confronti e iniziative cominciate proprio in quel lontano 2012.
Avendo vissuto piuttosto da vicino anche questo terremoto del centro Italia (capita infatti che in quella zona sia localizzato uno stabilimento dell’azienda per cui lavoro) ed essendomi confrontato con colleghi dell’area, mi pare di poter dire che sempre più professionisti adottano il coinvolgimento e un modello di comunicazione comunitario, social (destra-sinistra-destra come lo aveva definito Toni qualche mese fa al Politecnico di Milano).
Tuttavia rimangono ancora alcuni problemi evidenti – in particolare in alcune figure di governo che pare abbiano bisogno di raccogliere consensi su qualsiasi cosa e continuamente – che non riescono a prendere le distanze dal modello top-down, che nel libro Alesii prima, Martello ed io poi, abbiamo identificato con l’approccio di B&B. Io spero che l’immediato parlare di ricostruzione e presentare subito un marchio Casa Italia abbia un seguito concreto e di lungo periodo. Non ne posso più di sentirmi raccontare cose nel breve periodo e poi non vederlo realizzato nel lungo. Se davvero si ritiene sia una priorità e lo è, allora la funzione della comunicazione e delle relazioni pubbliche non può essere quella di fare una conferenza stampa, una settimana di tam-tam e poi dedicarsi ad altro. Io come al solito penso che su questo tema, come su altri, la funzione relazioni pubbliche dovrebbe servire ad un  interesse più generale: in questo caso, un grande piano di comprensione degli stakeholder, di ascolto delle aspettative della popolazione e di coinvolgimento di tutti gli attori sia necessario ed opportuno per un cambiamento vero nell’abitare, progettare, costruire i luoghi del nostro futuro.
Per questo ritengo che l’invito a una comunicazione responsabile sia di estrema attualità. Una comunicazione che peraltro diversi nostri colleghi mettono in pratica quotidianamente e hanno praticato in queste settimane: penso ai post dei colleghi dalle zone terremotate per raccontare il lavoro dei volontari ad esempio; penso anche ai due capitoli dedicati alla preparazione sulla crisis communication e alla comunicazione ambientale.
E a questo proposito e su questi temi di interesse del paese, credo che sarebbe utile incontrarci (magari entro fine anno) per discutere insieme, confrontarci e presentare pubblicamente proposte concrete che rappresentino il punto di vista della principale associazione professionale di comunicatori.

lunedì 29 agosto 2016

Il tempo del Silenzio al tempo dei social media

Quando accadono tragedie come quella del terremoto che ha colpito Amatrice e Accumoli, occorre avere il pudore di fermarsi e stare in silenzio, se non si è coinvolti nell'emergenza immediata.
Nonostante i social media ci diano la possibilità di parlare e esprimere il nostro pensiero continuamente, non abbiamo l'obbligo di comunicare 24/7.
Mentre credo che ognuno di noi abbia l'obbligo di tenere in moto il cervello, non credo ci sia la necessità che ognuno di noi debba esprimere pubblicamente i propri pensieri di continuo. La sindrome che invece a quanto pare i social stanno contribuendo a diffondere...
Ora è ancora il tempo dell'emergenza e del lutto. Chi ha vissuto un terremoto o una tragedia pubblica dovrebbe saperlo. Ma chi si occupa di scienze sociali e di professioni che hanno a che fare con la società dovrebbe essere altrettanto consapevole: il lutto, il silenzio, la riflessione sono importanti per ricostruire la nostra anima sociale e il nostro senso della comunità.
Ci sarà il tempo per riflettere e dibattere pubblicamente sui temi propri di questo blog nel prossimo futuro.    

venerdì 26 agosto 2016

Emergenza social - Consigli per le istituzioni che usano i social media durante le crisi (segnalazione del testo di Giovanni Arata)


[Documento preparatorio del report Emergenza social. Scritto di Arata G., Zanelli, L.]

Introduzione

I social media sono una componente ormai consolidata delle abitudini- e delle diete- informative di individui e organizzazioni. Le persone li impiegano a supporto della propria azione sociale in qualsiasi situazione della vita, dalla conversazione quotidiana, alla condivisione di informazioni testuali e visuali, fino all’organizzazione delle attività amicali, affettive, organizzative. Ed un discorso per certi versi analogo può essere fatto per le strutture associate, che riverberano online una porzione sempre maggiore delle loro attività specifiche, siano esse di natura squisitamente commerciale, promozionale o informativa.

mercoledì 24 agosto 2016

Central Italy hit by Earthquake: Support local communities and NGOs on the ground!


Central Italy hit by Earthquake: Support local communities and NGOs on the ground!
Here a summary from BBC News website: 
  1. Rescue teams in central Italy are searching for survivors of an earthquake that has devastated several towns and villages in a mountainous region 
  2. More than 80 people have been killed in the provinces of Umbria, Lazio and Marche 
  3. Quake hits at 03:36 (01:36 GMT), 76km (47 miles) south-east of the city of Perugia, at a shallow depth of 10km (six miles) 
  4. Quake epicentre is Norcia, near Perugia in mountainous central Italy but tremors felt in Rome 
  5. One hundred and fifty people are missing in the village of Accumoli alone 

Safety Check di Facebook


Terremoto, Facebook lancia il 'safety check' per rassicurare gli amici

Dopo il sisma che ha colpito il Centro Italia, con epicentro tra Lazio, Marche e Umbria, Facebook ha attivato il servizio di safety check già sperimentato in occasione di altre emergenze naturali e di attentati terroristici. Si tratta della pagina nella quale si possono rassicurare parenti e amici sulla propria situazione...

Terremoto Centro Italia: una mappa social

Una mappa delle info pubblicate sui social sul terremoto in Centro Italia

mercoledì 3 agosto 2016

Energie Sisma Emilia - Intervista alla prof Russo

La Professoressa Russo, coordinatrice del gruppo di ricerca Energie Sisma Emilia intervistata da TRC. Il gruppo di ricerca ha curato la sezione del libro dedicata all'innovazione nel post-terremoto.

martedì 2 agosto 2016

Segnalazioni sul libro. Si accende il dibattito

Sono uscite varie segnalazioni sul libro che hanno portato a discussioni e approfondimenti in varie sedi.
51dWSAMUaSL Le ultime uscite...
La settimana scorsa su L'Indicatore Mirandolese (scarica qui il numero) con uno speciale sulla comunicazione di crisi curato da Stefano Martello
Qualche settimana fa sul sito dell'agenzia di RP Segest, sulla newsletter Creatori di Futuro, sul sito di ARPAT
Oggi su Affaritaliani.it un'altra segnalazione.

lunedì 25 luglio 2016

Memoria viva, dagli angeli del fango, agli angeli della Rete

da Primaonline reportage del Convegno al Politecnico di Milano di venerdì 5 febbraio

Ricordare e allo stesso tempo promuovere la cultura di acqua e ambiente e le relazioni di prevenzione. Questi gli obiettivi di ‘Memoria Viva: dagli angeli del fango agli Angeli 4.0′, il progetto nato nell’approssimarsi del 50esimo anniversario dell’alluvione di Firenze del 1966 e presentato venerdì 5 febbraio al Politecnico di Milano,alla presenza di rappresentanti del mondo accademico, industriale e della comunicazione.

Scaricabili gli interventi da Primaonline

Un’occasione che non vuole essere solo una celebrazione, ma diventare piuttosto “un’opportunità costruttiva” per, come ha spiegato Toni Muzi Falconi, senior counsel di Methodos, “raccogliere e capitalizzare le conoscenze pratiche esistenti, imparando anche da altri territori, a partire oggi dall’Olanda e dalla sua cultura, esperienza e infrastruttura nella gestine delle acque”.
E proprio dall’Olanda viene Bart da Vries, presidente dell’Ipra (una delle principali associazioni internazionali che riunisce i professionisti delle pubbliche relazioni), che, anche guardando all’esperienza del suo Paese ha ribadito come sia sempre più fondamentale in situazioni di gravi rischi ambientali saper coinvolgere le persone rendendole consapevoli attraverso una comunicazione corretta ed efficace, che si deve comunque affiancare a politiche di prevenzione e piani di reazione da attuare nei momenti di reale emergenza.
Il convegno ‘Memoria Viva’
“Chi 50 anni fa si è occupato di Firenze, lo ha fatto per filantropia. Oggi è una necessita comune, che coinvolge tutti”, ha detto Giovanni Azzone, rettore del Politecnico di Milano, focalizzandosi sul coinvolgimento nel progetto di realtà così diverse e ribadendo come questa collaborazione e interconnessione sia uno dei migliori sistemi per affrontare le sfide poste dalla modernità, perchè “in grado di innescare uno scambio virtuoso che crea opportunità”.
“Nel 2016 non cade solo il 50esimo dall’alluvione di Firenze, ma sono anche i 20 anni da quello della Versilia del 1996″, ha ricordato il professor Giorgio Valentino Federici, professore di ingegneria civile all’Università di Firenze, spiegando come il progetto ‘Memoria Viva’, oggi supportato anche dalle istituzioni e affiancato da un comitato scientifico, sia nato anche con lo scopo di dare delle risposte per capire quanto à stato fatto e quanto ancora si deve fare in termini di messa in sicurezza dai rischi idrogeologici.
Giuliano Bianucci, amministratore delegato di M&C Marketing e Comunicazione, che con Federici è tra gli ideatori del progetto, ha illustrato poi uno dei punti chiave del progetto, cioè la creazione di grande museo-community. Concepito come uno stand con tanti padiglioni, la piattaforma vuole essere lo spazio in cui raccogliere il materiale che racconta i fatti del ’66 e da lì poi partire per escplorare tutte le tematiche connesse, dalla cultura delle acque e del territorio, alla conservazione dei beni culturali. Non un database asettico dunque, ma un racconto a lungo termine attraverso il quale effettuare questo simbolico passaggio di testimone, come racconta il nome del progetto, tra gli angeli del fango di allora e i moderni angeli 4.0.
Durante la presentazione non sono mancati gli interventi di chi con l’arte e il patrimonio culturale del capoluogo toscano ci lavora quotidianamente, come la dott.sa Cristina Acidini, presidente dellìAccademia delle Arti del Disegno di Firenze, che ha definito l’alluvione come il “primo caso di globalizzazione nella reazione e nell’informazione”. Dal suo punto di vista, è stato il rischio di perdere questi capolavori artistici che ha generato tutte le manifestazioni di solidarietà internazionali alle quali si è assistito nel novembre del ’66 e, paradossalmente, l’alluvione ha creato la grande opportunità di sviluppare e sperimentare nuove tecniche di restauro e conservazione, rendendo Firenze, con questa “esperienza sul campo”, uno dei centri più qualificati in materia. “Dopo quel disastro si è affrontato anche il tema della messa in sicurezza delle opere d’arte, innalzandole, dove è possibile nei piani più alti, o predisponendo materiali per coprirle e proteggerle in caso di esondazione dell’Arno”.
Oltre a lei è intervenuto anche il dott. Giuseppe De Micheli, segretario generale dell’Opera di Santa Croce, che nella sua storia è stata testimone non di una ma di più di 50 alluvioni.
Secondo De Micheli, uno dei modi più efficaci per fare story telling sensibilizzando le persone anche su tematiche come i rischi ambientali è raccontare gli eventi anche attraverso degli oggetti, dal Crocefisso del Cimabue, fortemente danneggiato dopo l’esondazione del ’66, al posizionamento di targhe o contrassegni che indichino il livello raggiunto dalle acque.
Tra gli interventi successivi, introdotti da Alessandra Ravetta, condirettore di ‘Prima Comunicazione’, e focalizzati principalmente sulle modalità da adottare per comunicare il rischio, anche quello di Silvia Costa, presidente della Commissione Cultura e Istruzione al Parlamento Europeo. Secondo Costa, che in prima persona ha partecipato alle manifestazioni di solidarietà nate dopo l’alluvione, il progetto “cade in un momento opportuno” e la sua promozione internazionale può contribuire a mantenere viva l’attenzione anche su quanto sta accadendo in Medio Oriente, con gli attacchi dell’Isis a monumenti considerati patrimonio dell’Umanità.
Resilienza, intesa come capacità di reagire a eventi di distruzione, è stata una delle parole chiave nell’intervento di Biagio Oppi, communication lead Italia, Spagna e Portogallo di Baxalta, che ha raccontato la sua esperienza durante il terremoto in Emilia del 2012. Ai tempi lavorava in Gambro, società specializzata nella produzione di apparecchiature biomedicali, tra le più colpite dal sisma.
Secondo Oppi, sono tre le caratteristiche che deve avere la comunicazione in situazione di emergenza. Prima di tutto deve creare engagement: “la relisienza nasce da mix di emozioni che riescono a rendere il racconto più semplice, diretto e coinvolgente”, ha spiegato. Altro elemento è la capacità di dosare il racconto, in modo da tenere l’attenzione desta anche quando finisce il vero momento di emergenza. Infine la responsabilità: “il comunicatore”, ha detto, “deve saper instillare un senso di responsabilità verso le comunità alle quali appartiene”.
Anche Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico, è tornato sul tema della resilienza, per ribadire come, accanto al patrimonio culturale, vi sia sempre un patrimonio umano che non va trascurato negli aspetti comunicativi. Come succede con lo sport, che al di là del gesto agonistico è anche un modo per vincere le diversità fisiche, per quel che riguarda ad esempio gli atleti disabili, o raziali.
A testimoniare poi la partecipazione giovanile al progetto, in chiusura è intervenuta Elisa Pigoli di CSRnatives, community creata per promuovere i valori della responsabilità sociale e della sostenibilità. “Siamo un canale di comunicazione”, ha detto, “vogliamo essere cittadini attivi e possiamo coinvolgere i nostri coetanei puntando sull’emozione”.

lunedì 18 luglio 2016

Tre rimbalzi e una stimolante missione per le Rp?


 
Comunicazione e disastri naturali sono stati al centro di alcuni incontri nell’ambito del Festival della Partecipazione dell'Aquila. Autorevoli professionisti delle Rp, fra cui diversi soci Ferpi, hanno cercato di comprendere quando le relazioni pubbliche possono 'servire' le comunità per costruire narrazioni funzionali alla resilienza. 
di Redazione

Nell’ambito del Festival della Partecipazione de L’Aquila – organizzato dal 7 al 10 luglio scorsi da Action Aid, Slowfood e Cittadinanzattiva – tre “rimbalzi” hanno affrontato un nuovo compito delle relazioni pubbliche rispetto a resilienza e capitale sociale, memoria e partecipazione, disastri naturali e comunicazione
Il primo ‘rimbalzo’ – intitolato Resilienza come nuovo Capitale Sociale? – ha visto la partecipazione di Vittorio Martinelli, Stefano Cianciotta, Enrico Giovannini e Toni Muzi Falconi.  Dopo l’introduzione al senso dei tre rimbalzi, i relatori hanno discusso delle dinamiche registrate negli ultimi anni dal capitale sociale del territorio, oltre che del legame tra il concetto di capitale sociale e quello di resilienza; cambiamento climatico e disuguaglianza sono serviti per dare un esempio concreto del senso autentico del termine resilienza. Toni Muzi Falconi ha parlato di come lo sviluppo consapevole di sistemi di relazione fra le persone e con le organizzazioni del territorio (private, pubbliche, sociali e culturali) possa attivamente capitalizzare i patrimoni culturali e sociali per prevenire, preparare, ridurre e governare gli impatti di emergenze promuovendo in parallelo anche un ‘rimbalzo’ resiliente.
Il secondo rimbalzo, coordinato da Giuliano Bianucci, ha visto anche interventi di Silvia Costa, Giorgio Federici, Antonina Bocci Bargellini e Giuseppe de Micheli. Il 50° anniversario dell’alluvione diviene l’occasione per creare il know-how nel restauro che consente oggi a Firenze di essere capofila dei progetti legati all’economia dei Beni Culturali e al progetto dei Caschi Blu dell’ONU (il rimbalzo!). Il cinquantesimo dunque come punto di partenza di MemoriaViva/LivingMemory, percorso di internazionalizzazione che vedrà nei giovani, Angeli del web 4.0, i protagonisti di un racconto fatto di partecipazione e solidarietà.
Il terzo ed ultimo rimbalzo è stata l’occasione per affrontare il tema della comunicazione di crisi e del valore che una comunicazione responsabile può ingenerare nelle comunità colpite da disastri naturali. L’incontro, partendo dal recente libro ‘Disastri Naturali: una comunicazione responsabile?’ (S.Martello – B. Oppi, Bononia University Press) è stato dedicato al confronto dei risultati fra i diversi modelli comunicativi pubblici adottati dalle autorità e della istituzioni durante i terremoti di Abruzzo e Emilia Romagna di questi ultimi anni. Coordinati da Massimo Alesii, Biagio Oppi e Stefano Martello hanno parlato di  resilienza e disastri naturali, quando appunto la comunicazione di crisi – se ben gestita – può generare opportunità di innovazione economiche e di riscatto delle comunità.

giovedì 14 luglio 2016

Interessante iniziativa sul tema disastri e comunicazione

A volte le coincidenze danno l'idea di aver intrapreso la strada giusta. E' di oggi un tweet dell'Arthur Page Society, che segnala un'interessante iniziativa del Center’s 2016 Page & Johnson Legacy Scholar Grants che raccoglierà case histories di comunicatori che hanno lavorato in contesti di disastri naturali e ambientali più in generale. Ancor più interessante è il focus sul tema etico e sulla comunicazione responsabile che il professionista deve affrontare durante il disastro.
Risuona familiare con il titolo del nostro libro?

Ecco un estratto dall'articolo:

You likely have had academic or on-the-job training in crisis and disaster communication, and know the protocols needed to get the messages to your intended audience. But, unless you have experience living off the grid in a remote wilderness, you may not know how to do your job effectively when there is no electricity, internet access or cellular service. Add the rumors that are quickly outpacing the flow of official messaging, and you have a veritable tsunami of challenges to overcome.
While there are numerous books, journal articles and case studies that outline what you should do in this situation, there are few personal accounts that detail how a communicator actually addressed obstacles and barriers in an active disaster setting.
With support from the Page Center’s 2016 Page & Johnson Legacy Scholar Grant, we will collect the stories of experienced disaster communicators, both paid and volunteer, to gain insight into how they accomplished their mission when faced with a variety of challenges that could create ethical issues when dealing with loss of life, property and livelihoods...
There may be times when communicators find that compassion and their own organizational policies are in conflict. By producing revealing narratives of communicators’ personal experiences during disaster responses, this project will demonstrate to others how ethical communication practices emerge or are impeded under difficult working conditions.

domenica 10 luglio 2016

Festival della Partecipazione: due terremoti e la comunicazione. Resistenza o resilienza?

Oggi a L'Aquila abbiamo parlato di comunicazione e disastri naturali: quando le relazioni pubbliche possono 'servire' le comunità per costruire narrazioni funzionali alla resilienza, nell'ambito del Festival della Partecipazione. Resistenza o Resilienza? Su questo interrogativo abbiamo cercato di dare l'idea di come la comunicazione possa trasformare i 'rimbalzi' in narrazioni differenti....
È stato un momento in cui ho ribadito l'orgoglio di appartenere a una Ferpi, che durante il terremoto 2012, si fece sentire vicina con l'iniziativa task force per l'Emilia. Grazie a Toni che ci ha coinvolti in questa iniziativa promossa da Action Aid, Cittadinanzattiva e Slowfood.
È anche stata l'occasione (la terza) per parlare del libro 'Disastri Naturali: una comunicazione responsabile?' (Bononia University Press). Grazie a Massimo Alesii che ha condotto e Stefano Martello che è intervenuto insieme a al sottoscritto.
Continuiamo questo 'tour italiano' insieme agli amici che hanno condiviso un percorso aperto e condiviso di svariati anni, che ha avuto come esito questo libro, ma anche un paper, diversi interventi in Italia e all'estero, oltre a un capitolo del libro 'Crisis Management' di Mark Sheehan (Cambridge University Press). Nei prossimi mesi toccherà anche agli amici ferpini Sergio Vazzoler, Monica Argilli, Luca Poma, partecipare insieme a noi e gettare le basi di ulteriori approfondimenti del tema.
Mi auguro si colga l'opportunità di questa piattaforma per fare advocacy della professione di relatore pubblico in tutt'Italia, peraltro in una declinazione molto innovativa e socialmente responsabile come questa.

giovedì 7 luglio 2016

«Ricostruzione, i cantieri possono rilanciare Cento» da La Nuova Ferrara del 7 luglio 2016


L’appello del sindaco alla presentazione del libro sul sisma di Martello e Oppi Toselli ai cittadini: siate protagonisti anche voi della rinascita della città 
da La Nuova Ferrara del 7 luglio 2016
 
CENTO. «L'apertura dei cantieri in centro storico, che siano della Pinacoteca, del municipio o del teatro, non potrà prescindere dalla partecipazione di chi in quei luoghi ci abita o lavora. Perché ogni cittadino deve sentirsi protagonista della rinascita di Cento. In questo modo, il terremoto e la ricostruzione diventano un'opportunità». Il sindaco Fabrizio Toselli punta a una ricostruzione post sisma, che sia partecipata. Lo ha ribadito in Sala Zarri, in occasione della presentazione del libro di Stefano Martello e Biagio Oppi “Disastri Naturali: una comunicazione responsabile? Modelli, casi reali e opportunità nella comunicazione di crisi” (Bononia University Press). Un incontro, con l'autore Biagio Oppi, affiancato da Massimo Alesii (esperto di comunicazione a L'Aquila) e da Alessandro Pirani, sul tema della comunicazione in contesti di crisi ambientali, ma non solo. Partendo dall’interrogativo “Crisi è Opportunità?” attraverso il tema dello storytelling, il libro vuole essere una riflessione sulla comunicazione responsabile per riempire un vuoto nella letteratura sulla gestione di crisi naturale. Una comunicazione che, in momenti di criticità come terremoto e disastri naturali, deve contribuire alla ricostruzione del senso di comunità. Un ruolo che la comunicazione, ha assunto in Emilia incentivando il senso di comunità, mentre l'Abruzzo si è trasformato in un palcoscenico dove la drammaturgia ha portato ad una disarticolazione tra individuo e comunità.
«Un sistema, quella messo in campo dalla Regione e dal suo presidente Vasco Errani, - ha detto Toselli - in collaborazione con i sindaci del cratere, che ha visto poche persone assumersi la responsabilità e prendere decisioni immediate. Ne è emerso un corpo di ordinanze che hanno tracciato la strada per la ricostruzione, che è stata anche spinta all'innovazione, con nuove scuole ad impatto zero o macchinari moderni nelle imprese. Le ordinanze sono perfette? No. Si poteva fare meglio? Sicuramente. Sono stati ricostruiti fienili che prima del sisma avevano un valore molto inferiore. Ma questo è previsto dalle ordinanze. In 4 anni, comunque il modello Emilia ha dato buoni risultati. A Cento ora occorre accelerare, sia sulla parte pubblica che quella privata, per completare il percorso di ricostruzione». Importanti i social, ma per Toselli è stato più importante essere tra la gente: «È stato questo contatto quotidiano con le persone, che ha permesso di mantenere il senso di comunità tra le gente e di allontanare i timori rispetto ad infondate ed allarmanti voci, battute anche da tv nazionali, di scosse imminenti. Da qui, l'importanza di una comunicazione responsabile». Dopo l'esperienza a Sant'Agostino, oggi da sindaco di Cento «sono convinto che occorre pensare ad una città che sia migliore di quella pre sisma, in modo che il terremoto diventi un'opportunità per rivedere e ripensare Cento, sia nell'ambito delle relazioni con gli altri Comuni e con l'intero territorio, sia nel suo tessuto sociale ed economico. Quello della ricostruzione, deve essere un percorso concordato con la Regione e gli altri enti, e condiviso con la cittadinanza». (b.b.)