Alcuni take di ADNKronos tratti dall'intervista a Biagio Oppi
(AdnKronos) - ''Nel caso del
sisma in Emilia - spiega Oppi
all'AdnKronos - abbiamo notato che la comunicazione ha
coinvolto più
soggetti, tra cui anche aziende e associazioni che hanno
contribuito a
creare un 'racconto' più partecipato della ricostruzione.
Nel
terremoto e nel post-terremoto all'Aquila invece, la
politica ha
occupato il palcoscenico, egemonizzando la comunicazione e
producendo
anche una frattura tra chi governava da un lato, e la
comunità
aquilana dall'altro, rimasta del tutto esclusa dal processo
di
ricostruzione, tanto che i cittadini alla fine sono stati
spostati
anche fisicamente''.
La lezione che si trae da
queste due esperienze, è che quando la
comunicazione riesce a coinvolgere e tenere insieme tutti
gli 'attori'
di un territorio, allora diventa anche più semplice
ricostruire,
''perché si può contare su una maggiore capacità di
resistenza da
parte dei cittadini'' afferma l'autore.
(AdnKronos) - La prevenzione
comunque, rimane un punto fondamentale.
Ma anche il dramma di un disastro naturale può diventare
un'opportunità per ricostruire introducendo maggiore
sicurezza ed
efficienza.
''Dopo il terremoto
dell'Emilia - spiega ancora Oppi - Pubblica
amministrazione, aziende e associazioni hanno fatto questo,
inserendo
macchinari, strumenti e meccanismi più efficienti e
innovativi. Tutto
questo va accompagnato alla prevenzione: da un lato
assicurando i beni
e dell'altro migliorando edifici e infrastrutture. Sono
interventi che
costano, certo, ma meno rispetto a quanto si è costretti a
spendere
nelle fasi dell'emergenza a seguito di un terremoto'',
conclude
l'autore del saggio, il cui ricavato verrà devoluto alla
promozione di
ricerche e tesi di laurea su comunicazione e disastri
naturali.
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